Come riconoscere un olio extravergine d’oliva di qualità

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Come riconoscere un olio extravergine d’oliva di qualità

Negli ultimi anni, la contraffazione dell’olio extravergine di oliva ha causato notevoli problemi ai consumatori che non riconoscono facilmente la qualità di un buon olio. Se si seguono alcune semplici regole è facile imparare le caratteristiche necessarie per definire un olio extravergine di qualità.
Innanzitutto, per riconoscere un olio extravergine di oliva di qualità è importante leggere l’etichetta del prodotto che si intende acquistare. Sull’etichetta sono indicati alcuni parametri che forniscono le caratteristiche principali del prodotto: la dicitura IGP (indicazione geografica protetta) o DOP (denominazione di origine protetta), i dati del produttore, il numero del lotto, la provenienza delle olive, il contenuto di polifenoli, acido oleico, vitamine e la data di scadenza.
Per una analisi più dettagliata si procede con tre valutazioni differenti che ci consentono di stabilire la qualità dell’olio: valutazione visiva, valutazione olfattiva e gustativa.
Per stabilire visivamente la qualità dell’olio, possiamo versare in un bicchiere una piccola quantità di olio ed agitarlo controluce, per osservarne la fluidità ed il colore. Se il colore dell’olio è verde brillante, questo prodotto proviene da una raccolta di olive giovani, mentre se il colore vira verso il giallo si presume che le olive siano mature. L’olio extravergine di oliva di qualità ha una fluidità medio- bassa rispetto alle altre tipologie di olio che hanno una fluidità molto più elevata.
Per una valutazione olfattiva dell’olio extravergine si consiglia di portare la temperatura dell’olio a 28 gradi, riscaldando il contenuto del bicchiere con lo strofinio delle mani; con una mano sigillate il bicchiere, e poi sollevando la mano inspirate l’odore dell’olio. Ancora una volta diciamo una banalità, però utile e da tenere sempre a mente: l’olio deve avere un profumo che ricorda l’oliva, perché non è né più né meno che una spremuta di olive. L’odore dell’olio deve essere essenzialmente di olive, ma si possono percepire anche note aromatiche che richiamano l’odore della verdura, della frutta o dell’erba fresca,
Per una valutazione incisiva , l’operazione deve essere ripetuta alcune volte, così da captare l’intensità di ogni singolo aroma ed il grado di maturazione delle olive.
L’ultimo test, riguarda la prova dell’assaggio, che farà emergere i tratti distintivi dell’olio; un olio extravergine di qualità deve avere un sapore amaro con un retrogusto piccante. La sensazione di amaro-piccante è un pregio dell’olio dovuto alla presenza dei polifenoli, sostanze antiossidanti che prevengono l’invecchiamento. Nel caso, si percepisca un sapore metallico, l’olio è stato troppo a contatto con delle superfici metalliche.
Un altro parametro per definire la qualità dell’olio è la spremitura delle olive, che deve essere realizzata in tempi molto ravvicinati rispetto alla raccolta dei frutti e deve essere “a freddo“: le macchine utilizzate per la spremitura non innalzano la temperatura dell’olio, che in caso contrario perderebbe le sue qualità organolettiche.
Spesso il prezzo di un prodotto, influisce sulla scelta del consumatore, ma come ha sottolineato la Coldiretti, indicativamente per una bottiglia di olio extravergine di oliva da un litro, il prezzo non può scendere sotto la soglia dei sette euro, per essere sicuri di aver acquistato dell’olio raccolto ed imbottigliato artigianalmente.

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